Dopo un lungo periodo di stabilità che ci accompagna per gran parte dell’estate, negli ultimi giorni di agosto e le serate di settembre, è molto comune notare la formazione di temporali notturni stazionanti in mare che spesso fanno presagire un’ondata di maltempo imminente, ma che spesso si rivelano un semplice spettacolo naturale senza arrecare piogge di rilievo sulla terraferma.
Il temporale marittimo notturno si forma e si dissolve quasi sempre in mare, avvicinandosi si alla costa faticando quasi sempre a penetrare oltre essa.
Infatti in questo periodo sia la terraferma che i mari raggiungono le più alte temperature dell’anno. In Atlantico transitano le prime perturbazioni che poi attraversano l’Europa Centrale, veicolando man mano aria più fredda ed instabile che tende a riversarsi sul Mediterraneo.
Di notte la terraferma si raffredda molto più rapidamente rispetto alla superficie marina che, essendo più calda, genera lievi moti ascensionali. Quando arriva aria più fresca, questa si adagia sul mare accentuando i moti ascensionali, l’aria umida del mare si solleva, si raffredda e da origine a nubi cumuliformi che danno origine al temporale.
Questi tipi di temporali hanno la caratteristica di essere molti attivi soprattutto elettricamente, con numerosi fulmini nube-nube e nube-acqua. Trovarsi di fronte in uno di questi temporali marittimi può essere molto pericoloso, perché il fenomeno si può protrarre anche per diverse ore. Nel primo mattino invece il temporale si dissolve a causa dello squilibrio termico col riscaldamento del terreno, i moti ascensionali si attenuano, e il tutto lascia spazio ad una bella giornata di sole.
Articolo di: Veronica Adamuccio
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