Dopo un dicembre particolarmente anonimo dal punto di vista climatico, anche la prima metà di gennaio si sta rivelando avida di piogge sulla nostra isola, in un contesto termico tuttavia inferiore alle medie stagionali.
Tale profilo termico non è tanto dovuto alla presenza di irruzioni artiche o di fenomeni, ma sopratutto per le frequenti inversioni termiche.
Inversioni termiche in inverno si traduce in una cosa sola: alta pressione. L’anticiclone delle Azzorre infatti sta influenzando pesantemente il tempo sulla Sicilia sull’Italia e su gran parte del continente europeo arrecando tuttavia anomalie termiche positive davvero imponenti su tutto il nord-Europa e soprattutto sulla Russia.
Proprio sulle aree siberiane si sono raggiunte le anomalie più pesanti con temperature al suolo che hanno superato le medie stagionali fino a 11-12 gradi, valori davvero preoccupanti.
Uno dei principali responsabili, oltre al generale riscaldamento del nostro pianeta, che ormai va avanti in maniera sensibile dal 2000, è un vortice polare eccezionalmente compatto che mantenendo un flusso zonale scatenato, inibisce qualsiasi scambio meridiano relegato di fatto i nuclei gelidi nelle zone polari.
In particolare, per quanto riguarda l’Europa, l’estrema vivacità del lobo canadese del Vortice Polare, non fa altro che alimentare e “gonfiare” le alte pressioni oceaniche spingendole con forza verso il nostro continente con conseguenze sotto gli occhi di tutti.
Tuttavia, timidi segnali positivi giungono sul medio-lungo termine; possibili iniezioni di calore su vortice polare stratosferico potrebbero iniziare una lenta destabilizzazione di quest’ultimo con conseguenze fredde ancora tutte da decifrare.
Articolo di: Stefano Albanese
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