Assume sempre più carattere d’eccezionalità l’ondata di calore che da giorni investe le aree nord-orientali del continente europeo, ed in modo particolare il territorio della Lapponia, dove nella giornata di ieri la colonnina di mercurio è riuscita a varcare il muro dei +33°C. Si tratta di un valore eccezionale che non ha alcun precedente per queste latitudini. Difatti, i +33,7°C raggiunti a Vaasa Klemettila e i +33,4°C registrati a Kevo, una delle più importanti città nell’estremo nord della Finlandia, a ridosso del circolo polare artico. Nella stessa Rovaniemi, conosciuta in tutto il mondo occidentale come la città di Babbo Natale, il termometro nella giornata di ieri ha oltrepassato i +32°C, facendo registrare un valore più tipico per l’estate mediterranea che per le latitudini polari e sub-polari. In tutto il territorio finlandese sono almeno 13 le località che hanno sfondato il muro dei +32°C, la maggior parte di queste ubicate sul territorio lappone. Nella vicina Russia vanno segnalati i picchi over +30°C registrati in diverse località dell’estrema Russia nord-occidentale, dove il caldo è stato veramente eccezionale lungo la costa artica che si affaccia fra il mare di Barents e il mar Bianco.
Su tutti spiccano i +32,2°C registrati lo scorso 18 luglio nella città di Murmansk, situata nell’estrema parte nord-occidentale della Russia europea, porto di mare sulla baia della Kola, a 32 km dal Mare di Barents, sulla costa settentrionale della Penisola di Kola, non lontano dal confine russo con la Norvegia, è capoluogo dell’Oblast’ omonima. I +32,2°C registrati a Murmansk rappresentano il nuovo record di caldo assoluto per la città ubicata lungo la costa artica russa. In qualche caso si sono registrati valori anche +12°C +14°C superiori rispetto alle tradizionali medie stagionali. Ormai a causa delle altissime temperature di questi giorni la neve è sparita persino sulle Alpi Scandinave, a quote superiori ai 2000 metri, come nel nord della Lapponia, completamente liberata dal manto bianco. Evento che normalmente, a dispetto da quanto erroneamente riportato su diversi siti internet, si verifica non prima di agosto, proprio sul finire dell’estate boreale.
Ci troviamo di fronte ad un’anomalia termica positiva eccezionale, che purtroppo perdurerà per diversi giorni visto la persistenza dell’attuale pattern atmosferico sull’area euro-atlantica e le marcate ondulazioni del ramo principale del “getto polare”, che scorre a latitudini sempre più elevate. Come abbiamo già avuto modo di trattare negli articoli precedenti, tale anomalia riscontrata fino alle latitudini artiche si inquadra all’interno di un pattern climatico macchinoso, ma bloccato nelle sue dinamiche su larga scala, fra l’Atlantico e l’Europa. La persistenza di un robusto anticiclone di blocco, disteso lungo i meridiani, in mezzo all’Atlantico settentrionale, sta continuando a favorire l’affondo, dal suo bordo più orientale della struttura anticiclonica spanciata sull’oceano, di vari impulsi freddi, di natura artico marittima, con la discesa di varie saccature (ondulazioni cicloniche) che dalle latitudini sub-polari, dopo aver attraversato il mar di Norvegia e l’Atlantico settentrionale (umidificandosi nei bassi strati), tendono rapidamente a versarsi in direzione del Regno Unito, della Francia, Belgio, Olanda, Germania, Svizzera e Austria, sconfinando fin sull’Italia settentrionale dai valichi alpini.
Ad est, sul comparto orientale del continente, il ramo ascendente della saccatura, il cui asse principale si è posizionato al traverso dell’Europa centro-occidentale, continua a pilotare masse d’aria piuttosto calde, di matrice sub-tropicali continentali, che dall’entroterra libico ed egiziano si muovono verso i paesi baltici, la Russia europea, raggiungendo persino la Scandinavia, con una tiepida ritornante da E-SE ed Est che contribuisce a far schizzare i termometri oltre il muro dei +30°C in Lapponia. L’imponente rimonta dell’aria calda sub-tropicale, dai quadranti meridionali, spingendosi verso le aree pianeggianti delle Repubbliche Baltiche, della Russia europea e della Finlandia, ha generato una estesa “avvezione di spessore” sul comparto orientale del vecchio continente. Con il termine “avvezione di spessore”, molto usato nella meteorologia sinottica, s’intende un flusso di aria piuttosto calda e secca, ben strutturato nei medi e bassi strati, che comincia a crescere di quota, interessando gli strati medi e superiori della troposfera.
Questi flussi caldi, d’origine sub-tropicale continentale (spesso provenienti dalla regione sahariana, dai 25°-30° latitudine nord), crescendo di quota tendono ad investire una maggior fetta di troposfera, comportando importanti aumenti dei valori di geopotenziale (a 500 hpa), coadiuvati da sensibili aumenti termici (sia d’origine radiativa che per il contributo dell’insolazione). L’aumento dei valori del geopotenziale in quota ovviamente tende a stabilizzare maggiormente la massa d’aria calda, che sale dalle latitudini sub-tropicali, associando ad essa condizioni spiccatamente anticicloniche, anche se non manca mai la copertura nuvolosa, di tipo avvettivo (alta e stratiforme). Il rialzo del geopotenziale in quota, oltre a stabilizzare la massa d’aria sub-tropicale, sempre che non vi siano intrusioni fredde nell’alta troposfera dai quadranti sud-occidentali o occidentali (spesso responsabili dello scoppio improvviso dei violenti temporali pre-frontali che salgono il ramo ascendente di una saccatura o di una giovane ciclogenesi in formazione ad ovest), favorisce al contempo una recrudescenza della calura nei bassi strati, vuoi anche per il contributo dell’insolazione che della stessa ventilazione meridionale, dominante in seno ai flussi sub-tropicali.
Da qui tende a svilupparsi la cosiddetta onda mobile di calore (“heat waves” per gli inglesi, i meteorologi statunitensi e canadesi) che s’innesca lungo i confini fra un’area anticiclonica, particolarmente strutturata nella media troposfera, e il ramo ascendente (bordo orientale) di una estesa saccatura che dalle alte latitudini (sub-polari) si estende verso latitudini più meridionali. In questo caso l’”avvezione di spessore” ha alimentato lo sviluppo del solido blocco anticiclonico che da più giorni insiste fra la Scandinavia e la Russia europea. Questo tipo di configurazioni bloccate, per varie settimane, stanno divenendo sempre più frequenti e ripetitive per i continui “delta” del “getto polare” alle alte latitudini.
L’onda di calore che ha scaldato la Lapponia si è sviluppata sopra le vaste distese pianeggianti della Russia europea
Dal punto di vista sinottica la forte ondata di calore che ha colpito la Lapponia e i vicini confini della Russia nord-occidentale, è stata originata da un flusso di calde correnti dai quadranti orientali, con una componente al suolo fra Est e E-SE, più da SE e S-SE sulla Norvegia settentrionale e nel Finnmarks, che dalle arroventate pianure della Russia europea si sono spinte in direzione della Finlandia e del territorio lappone, determinando l’incredibile scaldata. I caldi venti orientali si sono attivati lungo il bordo meridionale di un anticiclone, i cui elementi principali erano distesi dal mare di Barents all’arcipelago russo della Novaya Zemlya. Da notare come la massa d’aria calda, ancor prima di invadere la Finlandia e la Lapponia, nei giorni scorsi è rimasta semi-stazionaria sopra le vaste distese pianeggianti della Russia europea, già molto calde da giorni di dominio anticiclonico.
A contatto con i terreni già precedentemente surriscaldati da altre importanti avvezioni calde si è arroventata ulteriormente, a causa dell’intenso soleggiamento di luglio e della spiccata continentalità che contraddistingue il territorio russo (assenza di mari o grandi specchi lacustri capaci di mitigare le masse d’aria stagnanti o di passaggio), divenendo particolarmente torrida anche nei bassi strati. Fra le giornate di martedì 17 e giovedì 19 luglio 2018 la massa d’aria calda e secca, dopo essersi scaldata ulteriormente sulle pianure della Russia europea, ha cominciato a muoversi verso la Carelia, per raggiungere la Finlandia, la Svezia settentrionale ed il nord della Norvegia, tramite l’inserimento di una debole/moderata ventilazione da Est e E-SE, che ha sospinto l’aria calda e secca continentale fino al cuore della Lapponia.
Analizzando i metar delle varie località lapponi, che hanno superato la soglia dei +30°C +32°Call’ombra, si denota come nel momento in cui i termometri hanno registrato i picchi massimi giornalieri la ventilazione nei bassi strati si è mantenuta in genere da Est o da E-SE, in qualche caso da SE e S-SE fra la Svezia settentrionale ed il nord della Norvegia, con valori di umidità relativa scesi sotto il 35% 30%. Il basso tasso dell’umidità relativa, indice delle spiccate origini continentali della massa d’aria, coadiuvato al prolungato soleggiamento diurno e dall’intensa insolazione di luglio, ha spinto la colonnina di mercurio su cifre cosi insolitamente alte per la latitudine elevata. Sul Finnmarks, nel nord della Norvegia, la notevole scaldata è stata ulteriormente enfatizzata dalla locale componente favonica dei venti meridionali discendenti dai rilievi lapponi, i quali per “compressione adiabatica” tendono a surriscaldarsi, arrivando sulle coste del Finnmarks come venti piuttosto caldi e secchi che hanno spinto i termometri sopra i +28°C +30°C, permettendo il raggiungimento di temperature minime “tropicali”, con valori di oltre i +25°C in piena notte.
Il caldo anomalo purtroppo sembra destinato a persistere ancora nei prossimi giorni, almeno fino a lunedì, con temperature massime superiori alla soglia dei +25°C +26°C, e nuovi probabili picchi sopra i +28°C, localmente anche +30°C. Dalla prossima settimana aria più fredda comincerà a mescolarsi con le masse d’aria calde stagnanti nei bassi strati, determinando un incremento dell’instabilità e un graduale calo delle temperature che comunque continueranno a mantenersi al di sopra delle medie stagionali.
Articolo di: Daniele Ingemi
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