Quando la natura decide di prendere una determinata strada diventa veramente difficile che cambi idea. Anche la nuova settimana, e con molto probabilità anche l’ultima decade di ottobre, saranno caratterizzate dal tipico pattern atmosferico avvezzo alla presenza di promontori anticiclonici dinamici che dal vicino Atlantico si distenderanno verso l’Europa centrale, la penisola Scandinava meridionale, fino all’area del mar Baltico e la Russia europea, dove si andranno ad erigere dei veri e propri blocchi alla circolazione umida oceanica in ingresso da ovest. Questo tipo di configurazione pero potrebbe anche favorire l’avvento di nuove intense fasi di maltempo che si accaniranno soprattutto sulle nostre Isole Maggiori e sulle regioni meridionali, dove entro novembre si potranno registrare significativi surplus pluviometrici. Del resto in questi ultimi mesi, dal mese di agosto fino ad oggi, abbiamo osservato il frequente posizionamento di importanti promontori anticiclonici dinamici fra il mar di Norvegia, la penisola Scandinava, l’Europa centrale, parte dell’est Europa e la Russia europea che hanno favorito una predominanza della ventilazione dai quadranti orientali sui mari che circondano l’Italia, con una prevalenza dei venti di grecale, levante e scirocco.
In modo particolare sui bacini più meridionali, come il Tirreno centro-meridionale e lo Ionio, dove la ventilazione dai quadranti orientali ha anche favorito importanti surplus pluviometrici lungo le coste ioniche della Calabria e della Sicilia. Insomma, non possiamo parlare di una vera e propria anomalia della circolazione atmosferica nei bassi strati, ma è interessante come questo andamento si sia protratto fino ad ora. E continuerà anche nell’imminente futuro visto che anche a partire dalla prossima settimana, con la ripresa del flusso zonale in uscita dalle coste del Canada orientale per una intensificazione del “gradiente di geopotenziale” fra la Groenlandia e l’East Coast degli USA, si verrà ad instaurare nuovamente un flusso di correnti dai quadranti orientali e nord-orientali, con l’irrompere di più freschi venti di bora sull’alto Adriatico e di grecale e levante sulle rimanenti regioni.
Anche a partire dalla prossima settimana l’isolamento di una nuova struttura anticiclonica, piuttosto possente (massimi di geopotenziale in quota molto elevati), fra le Isole Britanniche e la Francia, con un cuneo allungato fino alla Germania e alla Danimarca, non farà altro che favorire l’apertura della porta di nord-est, con l’avvento dei più freddi venti di bora e grecale sulle nostre regioni. Questa tendenza verrà enfatizzata anche dalla notevole intensificazione della “Madden Julian Oscillation”, i cui effetti, nelle prossime settimane, si ripercuoteranno fino alle nostre latitudini. Con il termine “Madden Julian Oscillation” si intende rappresentare la progressione verso est di grandi aree di pioggia tropicale, osservata soprattutto fra l’oceano Indiano orientale, l’area indonesiana, i mari attorno Papua Nuova Guinea e il settore centro-occidentale dell’oceano Pacifico.
Le precipitazioni anomale di solito sono prima evidenti sopra l’oceano Indiano occidentale, propagandosi successivamente verso le acque dell’oceano Indiano orientale, l’area dell’Indonesia, fino al Pacifico occidentale, centrale e orientale, ove si riscontra un notevole incremento dell’attività convettiva, con la nascita di imponenti sistemi temporaleschi a mesoscala e “clusters” che scaricano piogge torrenziali per svariati giorni. Questo importante indice atmosferico, durante i suoi movimenti, è in grado di influenzare in maniera più o meno indiretta l’andamento meteo/climatico sul vecchio continente e sul Mediterraneo, specie nel periodo invernale. Quando il fenomeno della “Madden–Julian oscillation” si va a localizzare fra il Pacifico orientale e i mari antistanti l‘America centrale, alle medie latitudini dell’Oceano Atlantico viene favorito lo sviluppo di promontori anticicloni troposferici per l’azione di intensi “forcing” tramite vigorose pulsazioni anticicloniche dinamiche ad onda lunga, che dall’America centrale e dall’Atlantico tropicale occidentale si elevano fino all‘Atlantico settentrionale, ergendo quei robusti anticicloni di blocco che arrestano l‘umido flusso perturbato zonale che esce dal nord America, stabilendo un tipo di circolazione più meridiana.
La lenta migrazione verso levante della fase di “MJO” produrrà l’insorgenza di una struttura di alta pressione sub-tropicale fra l’Africa nord-occidentale, il Mediterraneo centro-occidentale e l’Europa occidentale. Tale pattern climatico è all’origine dei campi anticiclonici che durante la stagione invernale invadono il Mediterraneo, mentre le avvezioni fredde di matrice artica si propagano sull’est europeo e la Russia. Nei prossimi giorni l’intensificazione della “MJO” agevolerà la formazione di importanti “forcing” tropicali nell’alta troposfera, i quali oltre a creare anomalie positive di geopotenziale fra il vicino Atlantico orientale e l’Europa centro-settentrionale, contribuiranno a costruire solidi promontori anticiclonici dinamici che si distenderanno fra l’Europa centro-occidentale e la Scandinavia.
Con questo tipo di configurazione spesso i fronti o le perturbazioni di origine atlantica e i connessi sistemi frontali, trovandosi la strada sbarrata verso est da queste figure anticiclone, saranno costretti a scendere di latitudine, entrando sul bacino del Mediterraneo, dove vi rimarranno incastrati per giorni prima di colmarsi definitivamente, scaricando piogge particolarmente abbondanti e causando prolungate ondate di maltempo, con fenomeni temporaleschi anche di forte intensità. In particolare sulle regioni del centro-sud e le Isole Maggiori, mentre quelle del nord dovrebbero rimanere maggiormente protette dalla coperta dell’anticiclone europeo che vi assicurerà maggiore stabilità.
Articolo di: Daniele Ingemi
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