In questi giorni, ha vissuto la prima forte scaldata del 2020. Si è trattato di una vera e propria ondata di calore che ha assunto carattere di eccezionalità apportando temperature record, specie sulle zone costiere tirreniche che hanno visto valori in alcuni casi prossimi o superiori ai +40 °C; sulle zone costiere meridionali e ioniche, invece, seppure in un contesto di clima estivo, sono stati registrati valori più bassi.
Perchè si sono verificate condizioni meteo-climatiche così diverse?
Responsabile è stato un particolare fenomeno conosciuto come: effetto favonico (in riferimento al Favonio, vento caldo e secco che interessa alcune vallate alpine e appenniniche), fenomeno che ha generato venti molto caldi e secchi che, in discesa dai rilievi montuosi interni, hanno innescato un un rapido e consistente aumento delle temperature.
Incontrando un rilievo, l’aria si innalza, espandendosi e diminuendo, temporaneamente la sua temperatura; nel momento in cui questa oltrepassa “l’ostacolo orografico”, come in uno scivolo, inizia la sua discesa, perdendo umidità, riscaldandosi per compressione adiabatica e aumentando la sua velocità.
Sulla nostra isola, tale fenomeno si presenta sulle zone tirreniche generalmente in presenza di venti scirocco o ostro, mentre sul settore ionico, è il ponente ad innescare tale fenomeno impattando sui Monti Erei e sugli Iblei.
Sulle zone meridionali l‘effetto favonico è meno frequente ma può presentarsi in caso di forti venti settentrionali.
Articolo di: Alessandro Lucia
©centrometeosicilia.it
Seguiteci su: https://www.facebook.com/centrometeosiciliano/
Canale Telegram: https://t.me/centrometeosicilia