I centri di calcolo meteo sono ormai tutti allineati e continuano ad evidenziare la possibilità molto concreta della nascita di un profondo ciclone mediterraneo (TLC o Medicane) sul mar Ionio centro-orientale entro la giornata di venerdì, provocato dai forti contrasti termici tra l’aria fredda e secca di origine nord-atlantica in discesa dai Balcani e quella più umida e calda mediterranea in risalita dal nord dell’Africa. Va’ anticipatamente ricordato che, a differenza della scorsa settimana (quando sul mar Tirreno si verificò una blanda aria di bassa pressione con conseguente vortice depressionario), i tasselli favorevoli alla nascita di questo pericoloso ciclone mediterraneo sembrano incastrarsi verso la giusta direzione: lo scontro/incontro di masse d’aria diverse con le temperature ancora miti/calde del Mediterreno (Ionio compreso) non faranno altro che alimentare lo sviluppo di enormi nubi convettive che ruoteranno in senso antiorario in prossimità dell’occhio e alla trasformazione del “cuore freddo” (struttura baroclina, con minimo non coincidente ad ogni quota considerata) in “cuore caldo” (struttura barotropica, con minimo coincidente a tutte le quote) presenza assolutamente necessaria affinchè una profonda area di bassa pressione possa essere classificata in ‘TLC o Medicane’ in base all’intensità finale raggiunta.
Tra l’area balcanica ed l’Italia meridionale è previsto anche il passaggio di un ramo della corrente a getto (Jet Stream) che oltre a favorire la genesi di sistemi complessi convettivi a mesoscala (MCS ed MCC) può facilitare la formazione di sistemi tropicali ed extratropicali, appunto. Occhio alle immagini satellitari da giovedì sera a venerdì mattina dunque: accertata la fase di maltempo molto intensa in formazione tra il mar Ionio e la Grecia, rimane ancora incerto, invece, il suo preciso spostamento per le ore/giorni seguenti. Parte dei modelli optano per la soluzione greca con venti ben oltre i 120 km/h e piogge alluvionali nel sud-ovest del Paese, mentre alcuni (la minoranza) vedono il ciclone mediterraneo più vicino alle coste siciliane ragusane e siracusane con ripercussioni abbastanza intense su quelle aree e locali disturbi anche nel resto dell’isola. Seguiranno aggiornamenti a riguardo.
Articolo di: Davide Pitarresi
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