La ricerca sui continui mutamenti climatici è di interesse multidisciplinare, tanto che ad occuparsene sono svariati campi scientifici, quali: Meteorologia, Fisica, Oceanografia, Chimica, Geografia, Geologia, Biologia e Astronomia. Come già sappiamo anche la NASA contribuisce ampiamente all’approfondimento e alla comprensione di qualsiasi metamorfosi del clima terrestre innescato direttamente o indirettamente da attività umane. Sono stati condotti nuovi studi sull’importante problematica dello scioglimento dei ghiacciai: la NASA ha recentemente rilevato che le temperature nell’Artico si sono riscaldate al doppio del ritmo del resto del mondo e la vastità di acqua di mare ghiacciata che ricopre l’Oceano Artico ed i mari vicini è diminuita tanto negli ultimi tre decenni. Ma non è tutto. Dal 1958 la copertura di ghiaccio del mare artico ha perso in media circa 2/3 della sua grossezza e ora il 70% della calotta marina è fatto di ghiaccio stagionale, ovvero ghiaccio che si compone per poi squagliare nello stesso anno.
Una realtà non poco allarmante, se pensiamo che lo scioglimento dei ghiacciai ci porta verso una pericolosa reazione a catena: i ghiacci dei poli fanno da specchi per le radiazioni solari,poichè essendo bianchi attirano e fanno rimbalzare nello spazio buona parte delle radiazioni solari e di conseguenza anche il calore di quest’ultime. Per via dell’innalzamento delle temperature, una problematica indotta dall’uomo a causa dell’importante produzione di CO₂, per l’accrescitiva combustione di carboni fossili e per il vasto processo di deforestazione, i ghiacciai stanno continuando a sciogliersi, dando vita a nuovi distesi ‘spazi scuri‘, quali oceani che assorbono maggiormente il calore solare (a differenza dei ghiacciai come spiegato prima), contribuendo così all’innalzamento delle temperature, facendo sciogliere ulteriormente i ghiacci ai poli. L’’Ipcc (Conferenza intergovernativa sui cambiamenti climatici sponsorizzata dalle Nazioni Unite) già da un paio d’anni ha stimato un aumento globale di 52-98 cm dell’acqua degli oceani entro il 2100.
Per questo motivo l’Ipcc ha stimato che entro il 2050 più di metà dell’energia dovrà essere preparata da sorgenti a piccole emissioni di inquinanti atmosferici e al contempo i combustibili fossili dovranno essere del tutto abrogati come fonte di energia entro l’inizio del nuovo secolo. In mancanza di una cooperazione determinata, però, la temperatura globale è destinata ad innalzarsi fino a 5° entro il secolo in corso. E bisogna tener conto che la soglia di innalzamento (stabilita dall’Ipcc) dopo la quale ci attenderebbero ponderosi e severi pericoli per l’ecosistema e per il genere umano, è quella di ”soli” 2°C in più della temperatura globale media. Malgrado il disgelo dell’Artico rimane la storia di promordiale importanza del nostro secolo, è anche una delle faccende prese maggiormente ”sotto gamba” da tutte le grandi potenze mondiali, così da scivolare in un profondo baratro, ottenendo la disattenzione di tutti.
Articolo di: Alessia Tumminello
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