Da giovedì 4 luglio i due vulcani più attivi della Sicilia, l’Etna e lo Stromboli hanno deciso di dare spettacolo, proprio in concomitanza dell’arrivo di turisti per la stagione estiva. Una breve ma intensa eruzione vulcanica durata poco più di 48 ore in totale ha interessato i due vulcani più attivi della Sicilia e d’Europa, catturando l’attenzione di tutto il mondo. Le straordinarie immagini che ci vengono fornite e che girano sul web testimoniano infatti la potenza di questo fenomeno.
Già qualche anno fa era successo un evento parossistico simile, che ha comportato non pochi disagi per la gestione dei flussi turistici soprattutto da e per l’aeroporto di Catania.
Segnali precursori si erano già registrati nel pomeriggio di giovedì quando tutti gli indicatori di monitoraggio presenti su entrambi i vulcani hanno iniziato a rilevare uno stato di disequilibrio che ha raggiunto la fase di culmine nel tardo pomeriggio di giovedì.
Per l’isola di Stromboli è stata disposta l’allerta dapprima arancione e poi ROSSA con fase operativa di preallarme. Sono sospese tutte le attività escursionistiche sul vulcano, è stato disposto l’allontanamento di tutte le barche attorno all’isola e sono state rafforzate le misure di sicurezza e monitoraggio, aggiornato il piano di emergenza comunale che prevede anche una eventuale evacuazione via mare dei cittadini, aggiornato il piano rischio tsunami per le coste esposte grazie alle boe di registrazione presenti al largo della costa; questo è quanto stabilito al termine della riunione operativa avuta venerdì in videoconferenza con la prefettura di Messina.
I comuni pedemontani dell’Etna hanno invece dovuto fare conti con la ricaduta di una consistente quantità di cenere, polvere e lapilli che ha costretto anche la chiusura temporanea dell’aeroporto Fontanarossa per consentire la pulizia della pista e per ragioni di sicurezza.
Può sembrare che i due eventi siano collegati visto la vicinanza e la concomitanza come confermano le notizie che circolano sul web erroneamente; in realtà non lo è per genesi e formazione. Infatti, seppur entrambe si sono formati all’interno dello stesso contesto geodinamico derivato dalla collisione della placca euroasiatica con quella africana, i due vulcani hanno un serbatoio magmatico che si trova a profondità molto differenti; quello etneo pesca a circa 30 km di profondità mentre quello di Stromboli ad oltre 200 km e dunque sono scollegati tra loro.
Un altro dato a supporto è legato alla composizione chimica e reologica del magma completamente differente: denso e viscoso quello dello Stromboli, più liquido fluido quello dell’Etna. Stromboli, insieme all’isola di Vulcano fa parte di un arco vulcanico di sette isole e sono le più attive. Si nota anche sull’isola di Vulcano una intensa e sempre attiva emissione di gas (prevalentemente anidride solforosa e carbonica) in corrispondenza di fessurazioni.
Tutto l’arco eoliano dal punto di vista geologico è legato ad un processo di subduzione della placca ionica che si immerge al di sotto della placca Calabra e sprofonda fino ad una profondità di oltre 600 km prima di liquefarsi rilasciando così fluidi che “riattivano” la produzione di magma piuttosto liquido. Il vulcano Etna fondamentalmente ha una natura simile ma è legato allo “stiramento” della crosta terrestre che va in subduzione e produce delle fessure da cui fuoriesce il magma.
ETNA L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, ha tempestivamente comunicato che l’attività di fontana di lava del Cratere Voragine, iniziata alle 16:15 del 4 luglio 2024 si è gradualmente affievolita nel corso della notte per poi cessare intorno alle 01:50. Dopo la fine della fontana di lava, permaneva per circa un’ora attività stromboliana. L’attività eruttiva ha prodotto una colonna eruttiva alta 4500 m s.l.m. che si è propagata in direzione SE provocando una cospicua ricaduta di cenere su diversi abitati dell’area sud orientale etnea e fino a Siracusa ed oltre. L’ampiezza media del tremore vulcanico si è mantenuta su livelli molto alti sino alle 00:10 di giorno 5 luglio, quando si è osservato un rapido decremento dei valori di ampiezza.
Sempre intorno alla mezzanotte, si è osservato uno spostamento del centroide delle sorgenti del tremore vulcanico dall’area a est della Voragine all’area del cratere di Sud-Est dove attualmente permane ad una elevazione di 2600-2800 m sopra il livello del mare. L’attività infrasonica è rimasta localizzata alla Voragine con elevati tassi di accadimento presentando valori di ampiezza molto alti. Intorno alle 01:15 di giorno 5 si è iniziata ad osservare una sorgente infrasonica anche al Cratere di Sud-Est, dove attualmente permane. Questa attività è caratterizzata da una frequenza di accadimento da media ad alta con valori di ampiezza associati da bassi a medi. Le reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo hanno rilevato una leggera decompressione. Le stazioni clinometriche hanno tutte mostrato una deformazione che ha accompagnato l’attività fino alle quote medie del vulcano.
STROMBOLI Dalle immagini delle telecamere si osserva che al momento è attivo un flusso lavico emesso da una nuova bocca apertasi a circa 600 m slm, che raggiunge la linea di costa provocando la formazione di una nube di vapore e cenere. Il fenomeno produce episodici flussi piroclastici con bassa energia e rotolamenti di materiale che si propagano lungo la Sciara del fuoco, raggiungendo rapidamente il mare. L’ampiezza media del tremore vulcanico si è mantenuta su valori alti o molto alti sino alle 01:00 circa di giorno 5 luglio, per poi portarsi, con delle oscillazioni, nella fascia dei valori medi intorno alle 04:00, su cui attualmente permane. Le reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo hanno mostrato una rumorosità più elevata al clinometro di Timpone del Fuoco tra le 16.20 e le 18.20 del 4 luglio, in coincidenza con la fase di maggiore ampiezza del tremore vulcanico. Successivamente a questa fase, il sensore mostra una generale stabilità del segnale e non indica deformazioni occorse nelle ultime ore. Grazie alle telecamere di sorveglianza è stato possibile osservare una sequenza di flussi piroclastici alle 10:19; 10:27; 10:30; e 10:33 che, propagandosi lungo la Sciara del fuoco, raggiungono rapidamente il mare. Permane ben alimentato il flusso lavico emesso da una bocca a 510 m slm, che raggiunge la linea di costa producendo la formazione di una nube di vapore e cenere. L’analisi dei sismogrammi evidenzia un bassissimo livello di attività e nessuna evidenza di explosion quake. L’analisi dei dati delle deformazioni del suolo non evidenzia variazioni significative.
Scenari previsti: In virtù dell’interpretazione dei dati forniti e messi a disposizione dall’INGV e dalla protezione civile possiamo dunque affermare che l’intensa fase eruttiva del vulcano Etna è ormai limitata ai crateri sommitali dove permane una debole attività localizzata. Per quanto riguarda lo Stromboli ci si aspetta una lenta tendenza al decremento dei fenomeni vulcanici associati all’intensa attività eruttiva sulla base dell’interpretazione dei dati sismici, clinometrici e di osservazione diretta. È tuttavia opportuno rimanere informati sull’evoluzione dei fenomeni, seguire sempre le indicazioni delle autorità. Al momento non vi è alcuna limitazione per raggiungere l’isola. Rimane operativo il Centro Operativo Comunale per il monitoraggio del fenomeno e fornire supporto alla popolazione, squadre aggiuntive di Vigili del Fuoco e tecnici INGV sono presenti sull’isola per fornire un monitoraggio rafforzato dell’edificio vulcanico.
Articolo di: Alfredo Geraci
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