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FYODOR: il robot umanoide ospite e al servizio della ISS
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FYODOR: il robot umanoide ospite e al servizio della ISS

 

Il robot Fyodor, fonte: closeupengineering.it

Alto poco meno di 2 metri e pesante 160 chili, il robot cosmonauta Fyodor è finalmente giunto a bordo della ISS (Stazione Spaziale Internazionale). Il robot umanoide progettato in Russia e noto anche come Skybot F-850, avrà il compito di interagire con gli astronauti e di eseguire lavori di una certa precisione: egli infatti dovrebbe essere in grado di riconoscere e riprodurre il linguaggio umano oltre che a compiere circa 46 movimenti diversi, eseguire compiti in modalità automatica e imitare anche le movenze di una persona, riuscendo a scambiare informazioni con gli astronauti a bordo. Indossando infatti  un esoscheletro collegato al robot, è possibile imporre a Fyodor i propri movimenti, persino quelli delle dita, cosa che rende il robot capace di usare un cacciavite o una chiave inglese; se i risultati dei test saranno positivi, in futuro la Roscomos ( l’agenzia spaziale russa) potrebbe lanciare nuovi robot simili a Fyodor destinati ad affiancare ed aiutare gli astronauti anche nelle passeggiate spaziali.

Il momento dell’aggancio della Soyuz alla ISS con a bordo Fyodor. Credit: NASA

A occuparsi di Fyodor a bordo della ISS sarà il cosmonauta russo Aleksandr Skvortsov che mimerà in remoto i movimenti che il robot dovrà replicare. Le sue caratteristiche lo rendono più avanzato del suo predecessore, l’americano Robonaut-2 che fece il suo esordio nel 2011 per dimostrare come un robot potesse lavorare al fianco degli astronauti sulla Stazione Spaziale: dimostrazione riuscita ma tre anni dopo, con l’aggiunta delle gambe a torso, aveva iniziato a manifestare problemi ed era stato rispedito sulla Terra per riparazioni e miglioramenti vari. L’arrivo di Fyodor sulla ISS ha avuto un ritardo, infatti egli sarebbe dovuto arrivare sulla Stazione Spaziale il 24 agosto; purtroppo però questo primo tentativo di attracco della Soyuz MS-14 sul modulo Poisk, secondo quanto riportato nei giorni scorsi dalle agenzie di stampa russe, è andato a vuoto a causa di una fluttuazione della navetta e per via di un problema con il sistema automatizzato di aggancio Kurs.

Luca Parmitano mentre si prepara a effettuare la manovra che consentirà il corretto attracco della Soyuz. Fonte: closeupengineering.it

Dopo il fallimento del 24 agosto, i tecnici della ISS hanno avuto a disposizione due giorni per spostare la MS-13 in modo da liberare una porta di attracco e creare un nuovo “approdo”: manovra che è avvenuta in modalità manuale, e portata a termine correttamente dall’astronauta italiano Luca Parmitano e dal cosmonauta russo Aleksandr Skvortsov. La complessa manovra di cambio” parcheggio” è durata poco meno di mezz’ora, compiendosi intorno alle 6 del mattino, ora italiana, mentre la Stazione Spaziale stava sorvolando la città di Pechino. La navetta russa Soyuz con a bordo il cosmonauta robot Fyodor si è agganciata correttamente alla Stazione Spaziale la mattina del 27 agosto attorno alle 4.08 (ora italiana). Fyodor rimarrà nello spazio fino al 6 settembre e fino ad allora avrà dei compiti da portare a termine, qualcosa come circa 6 esperimenti al momento top secret. Oltre a Fyodor, la nuova Soyuz ha portato a bordo della ISS 658 chilogrammi di cibi, rifornimenti e attrezzature scientifiche, tra cui il telescopio italiano Mini EUSO,  un progetto sperimentale dell’ASI  e dell’Infn, realizzato in collaborazione con la Roscosmos.

Nell’immagine il telescopio italiano Mini EUSO. Fonte: mole24.it

Lo strumento è nato grazie a un accordo tra l’Agenzia Spaziale Italiana, ente finanziatore, quella russa Roscosmos e guidato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Un progetto che è il frutto di una collaborazione tra varie università italiane, in primis il dipartimento di Fisica dell’Ateneo Torinese. Mini EUSO è un esperimento costituito da due lenti di fresnel di 25 centimetri con un campo di vista complessivo di circa 40 gradi. Il compito di Mini EUSO sarà quello di osservare dallo spazio i raggi cosmici e le energie estreme, eventi molto rari. L’osservazione dei raggi cosmici avviene attraverso la misura della luce di fluorescenza prodotta dagli sciami atmosferici estesi, ossia le cascate di particelle prodotte dall’interazione del raggio cosmico primario con le molecole di atmosfera. Il telescopio ha dunque l’obiettivo di  provare il principio di osservazione dei raggi cosmici dallo spazio, rivelare meteore, fulmini, bio-luminescenza legata a particolari comportamenti di plancton e alghe e anche le variazioni prodotte dall’uomo.                                                                                                                           

Un’immagine della Cupola della ISS. Fonte: ASI

Consentirà anche di avere per la prima volta una mappa notturna delle emissioni nella banda dell’ultravioletto del nostro pianeta. Inoltre esso ha come compito quello di provare il principio di osservazione dei detriti spaziali e di misurare l’intensità delle emissioni terrestri nella banda del vicino Uv. Il telescopio italiano permetterà infine di ricercare anche la cosiddetta “materia strana”, che è uno stato della materia che si suppone esista ma che ancora nessuno è riuscito a osservare; e poi anche particelle che si  ritiene provengano da altre galassie e sulla cui natura ci sono ancora forti dubbi.                                    L’esperimento riguardante Mini EUSO è destinato all’astronauta italiano dell‘ESA e pilota sperimentatore dell’Aeronautica militare, Luca Parmitano, che orbita nello spazio dal 20 luglio e che è già alla sua seconda missione spaziale sulla ISS, ora con Beyond e nel 2003 con Volare: astro Luca  ogni giorno ci regala immagini spettacolari del nostro pianeta e ci rende partecipi sul web degli esperimenti effettuati sulla ISS. Il telescopio verrà collocato nel modulo russo dell‘ISS e punterà alla Terra per catturare 400mila immagini al secondo che consentiranno, grazie alle sue lenti di inaudita sensibilità, di registrare le emissioni ultraviolette di origine cosmica. Insomma l’Italia ancora una volta si conferma in prima linea per ciò che riguarda le missioni e le ricerche spaziali, con un progetto davvero importante. Dunque non vi resta che continuare a seguirci per saperne di più sulle prossime novità.                                                                                                                        

Articolo di: Teresa Molinaro
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