Quante volte abbiamo visto foto e servizi su eventi atmosferici distruttivi con piogge torrenziali, grandinate record, tempeste di fulmini e anche tornado, che spazzano via strade, case e che ci affascinano con la loro suggestiva forma simile a “dischi volanti”: parliamo delle supercelle!
Il temporale a supercella non è molto comune qui in Italia ma se ne possono osservare in Pianura Padana, anche se sono soprattutto diffusi negli Stati Uniti (che ne detiene il primato).
La supercella è una particolare nube temporalesca tra le più potenti e pericolose e quello che la distingue da tutte le altre è il suo updraft rotante, o mesociclone, ovvero la corrente ascensionale calda con rotazione all’interno del sistema, che può essere vista anche dall’esterno. Ha un estensione molto vasta (anche centinaia di chilometri) e un ciclo di vita di parecchie ore, alle volte sulle stesse zone creando seri disagi.
Le condizioni favorevoli allo sviluppo di supercelle sono tante:
• Forte contrasto termico tra una massa d’aria fredda in arrivo e una calda al suolo. L’aria calda, leggera e umida, scontrandosi con quella fredda più secca e pesante, viene sollevata verso l’alto più velocemente tanto quanto lo è la differenza di temperatura.
• Riscaldamento al suolo favorito da un clima continentale;
• Corrente a getto in quota, che favorisce la ciclogenesi nei bassi strati ed accelera la convezione, favorendo i tornado.
• Wind shear, ovvero cambiamento del vento alle varie quote che favorisce la rotazione all’interno del cumulonembo. In questo modo l’updraft si trasforma in un mesociclone alla cui estremità si formerà una wall cloud (nube a muro) con possibili tornado.
La supercella è un sistema autoalimentato poiché la rotazione favorisce di per se la convezione, quindi non è presente la rigenerazione come negli altri tipi di temporali.
CARATTERISTICHE DELLA SUPERCELLA
La supercella è identificabile dal vivo anche attraverso numerose nubi accessorie e caratteristiche particolari:
• Overshooting top: è una protuberanza che si forma al di sopra di un cumulonembo e della sua incudine ed è dovuta a un moto ascendente veramente intenso, tanto da sfondare la tropopausa ed entrare nella stratosfera. Indica sempre temporali con fenomeni violenti soprattutto se persiste per più minuti.
• Shelf cloud: conosciuta anche come nube a mensola, è una linea bassa di nubi, orizzontale e lunga per parecchi chilometri. Precede l’area delle precipitazioni e la sua formazione è dovuta alla condensazione del vapore acqueo grazie alle correnti ascensionali, ma anche a causa dell’umidità legata alle precipitazioni subito dopo di essa.
• Wall cloud: detta anche nube a muro è la nube caratteristica della supercella. È un persistente abbassamento nuvoloso che fuoriesce dalla base del cumulonembo e identificabile facilmente grazie a una sorta ‘scalino’, cioè la zona di attacco con la base del cumulonembo. Nasce per il fatto che la corrente discendente fredda all’interno del cumulonembo, invece di defluire verso l’esterno, viene richiamata verso l’interno del temporale grazie al movimento rotatorio del mesociclone. Parte di quest’aria fredda condensa scontrandosi con quella calda e umida presente al suolo a quote più basse, formando la wall cloud rotante e alle volte delle striature sulle nubi, chiaro indice di rotazione del sistema. È da questa nube che scenderà il potenziale tornado.
• Tail cloud: è una nube a coda attaccata alla wall cloud che si forma grazie all’aria fredda che entra nel mesociclone, per cui tende a comparire al lato delle precipitazioni.
• Ffunnel cloud: una colonna d’aria in rotazione che però non è ancora in contatto col terreno (per cui non può ancora essere definito tornado) ma può comunque alzare detriti e creare danni.
• Tornado: fuoriesce dalla wall cloud e tocca terra. È formata non da detriti come si può pensare, ma è una vera e propria nube formata da goccioline d’acqua condensata!
L’area dove si sviluppano maggiormente le supercelle è quella delle pianure statunitensi, dove se ne contano centinaia all’anno! Sono frequenti anche in Australia.
DIFFERENZA TRA SUPERCELLA ED MCS
MCS sta per “sistema convettivo a mesoscala”. Mentre la supercella è un temporale a cella singola e autoalimentata, gli MCS si differenziano da loro per il fatto che nascono sempre dall’unione di diverse celle temporalesche a vari stadi di evoluzione e si differenziano tra di loro anche per la fenomenologia, pur riuscendo a creare anche in questo caso seri danni. Alle volte questi sistemi se hanno un numero sufficiente di celle a maturità al loro interno, possono risultare piuttosto estesi ma comunque mai come le supercelle. Si formano generalmente nei sistemi frontali ma anche per semplici gocce fredde in quota e anch’esse possono durare parecchie ore e possono percorrere parecchi chilometri supportate dal continuo ricambio tra celle giovani e in dissoluzione.
Articolo di: Veronica Adamuccio
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