Il maltempo stamani ha colpito molto duramente le aree ioniche, dove piove in modo copioso da parecchie ore. In mattinata la risalita di una estesa “squall line” pre-frontrale dallo Ionio, ha causato forti rovesci e autentici nubifragi sul materano e nel sud della Puglia, dove non sono mancati i disagi, a causa degli allagamenti e dei danni provocati dalle forti raffiche di vento. Lo sviluppo del profondo ciclone mediterraneo, la notte scorsa, sul Canale di Sicilia, nei pressi del Golfo di Gabes, sta originando una severa ondata di maltempo fra Sicilia, Calabria ionica, e settori ionici di Basilicata e Puglia. La genesi di questo ciclone, che ancora presenta caratteristiche extratropicali, essendo ancora legato all’enorme “warm conveyor belt” che dall’entroterra desertico libico risale fino alla Grecia e ai Balcani, è da ricondurre al richiamo di aria calda e molto secca sub-tropicale continentale dai quadranti meridionali, che dall’entroterra desertico libico occidentale e dai deserti sabbiosi dell’Algeria orientale si espande in direzione del bacino centro-occidentale del Mediterraneo, muovendosi lungo il bordo orientale della saccatura atlantica che affonda sull’Algeria.
Una volta strutturatasi nella media troposfera, con dei massimi di vorticità positiva impressi dal passaggio del ramo ascendente del “getto polare” alla base dell’asse di saccatura, questa ciclogenesi, nel corso della prossima serata tenderà a spostarsi verso nord-nord/est, transitando in prossimità delle coste occidentali della Sicilia che nelle prossime ore sperimenteranno una intensa ondata di maltempo. Proprio grazie all’alimentazione fornita dal passaggio di un “Jet Streak” del “getto polare”, che dall’Atlantico francese affonda sopra l’entroterra desertico algerino, questa circolazione depressionaria si sta approfondendo ulteriormente, tanto da raggiungere valori prossimi o di poco sotto i 988 hPa dalla prossima serata.
In determinate situazioni sinottiche, con frontogenesi nella parte superiore della troposfera, la tropopausa può piegarsi verso il basso e l’aria ricca di ozono proveniente dalla stratosfera può quindi inserirsi nella troposfera, instabilizzando ulteriormente la colonna d’aria nei pressi della ciclogenesi e favorendo lo sviluppo di “cellule temporalesche” o autentici “clusters”, come quelli che in queste ore stanno nascendo a ridosso delle coste della Sicilia orientale, Stretto di Messina e medio-basso Tirreno. Lo scambio di massa verticale di aria stratosferica e troposferica in un evento di ripiegamento può essere spiegato in termini di sviluppo della circolazione antroposofica verticale connessa alla striscia di getto in questa regione.
Nella maggior parte dei casi molte di queste ciclogenesi che assumono un notevole sviluppo si posizionano lungo la direttrice dell’entrata sinistra del “getto polare”, in una zona caratterizzata da elevatissimi valori di vorticità potenziale isoentropica che possono creare pieghe all’interno della tropopausa molto pronunciate. Nel corso delle prossime ore il fronte occluso e la parte più instabile di quest’ultimo, dopo aver interessato da vicino la Sicilia, dovrebbe estendersi verso il basso Tirreno, contribuendo ad incentivare il “forcing” convettivo, anche profondo, nell’area attorno il profondo minimo barico. Questi temporali, che vista l’intrusione di aria rarefatta e molto secca dalla stratosfera assumeranno anche carattere grandinigeno, scaricheranno forti rovesci di pioggia e temporali, con fenomeni localmente intensi, caratterizzati da intensa attività elettrica e elevati indici di rain/rate.
Dapprima sulle coste ioniche e dalla serata pure sulle coste del medio-basso Tirreno. Da ieri invece la risalita della “warm conveyor belt”, presente lungo il lato anteriore della sopra citata saccatura, ha prodotto piogge abbondanti su Sicilia orientale, Calabria e Basilicata ionica, con accumuli che localmente hanno superato pure gli 80-90 mm, causando inevitabili allagamenti e l’ingrossamento dei principali corsi d’acqua. Il tracollo della pressione barometrica all’interno della circolazione depressionaria, sta causando un sensibile inspessimento del “gradiente barico orizzontale” sui mari attorno la Sicilia che determina l’attivazione di venti piuttosto impetuosi da SE e S-SE sul Salento e Calabria ionica, da Sud e SO sulla Sicilia e da NO nel sud della Sardegna, ben oltre la soglia d’attenzione, con raffiche che potranno superare la soglia dei 80-90 km/h.
E picchi che potranno oltrepassare la soglia dei 100 km/h nel sud-est della Sardegna e fra Pantelleria e le isole Pelagie, dove in serata sono attese delle bufere di libeccio e ponente, con raffiche davvero molto forti, che nei punti più esposti potrebbero superare i 100-110 km/h. Ma in mare aperto, fra l’alto Canale di Sicilia e il basso Tirreno a largo, lungo il quadrante più meridionale del minimo a mesoscala in evoluzione verso le coste campane, in serata si attiveranno autentiche bufere di vento da S-SO, SO e O-SO, che potranno raggiungere punte di oltre 100-120 km/h. In questo caso le burrasche in azione in mare aperto verranno rese ancora più forti anche dalla cosiddetta componente “isallobarica” che renderà le bufere di vento ancora più violente, dato il repentino abbassamento della pressione barometrica. Questo tipo di vento rappresenta la componente vettoriale del vento associato al “gradiente barico” causato dalla velocità di spostamento della profonda area ciclonica che lo ha prodotto. Esso è generato da una rapida caduta di pressione su un’area geografica piuttosto vasta, a seguito del passaggio ravvicinato di una profonda ciclogenesi che si muove con una velocità piuttosto elevata, solitamente da ovest a est o sulla direttrice sud-ovest/nord-est.
Queste correnti sommandosi al flusso di “gradiente” possono originare dei venti veramente violenti e turbolenti capaci di apportare notevoli danni in presenza di “gradienti barici” particolarmente forti con annessi profondi minimi depressioni in rapido spostamento, proprio come in questo episodio. I venti più forti, fra la serata di domani e la nottata successiva, spazzeranno le isole Egadi e le coste occidentali della Sicilia, mentre una intensa ventilazione da S-SO e SO si dipanerà sul basso Tirreno, fra le coste settentrionali della Sicilia e la Calabria tirrenica, investendo in pieno Ustica e le isole Eolie, con picchi capaci di superare i 90-100 km/h. Questi venti impetuosi occidentali che si attiveranno sul basso Tirreno occidentale solleveranno anche un significativo moto ondoso.
La presenza di un “fetch” (spazio di mare su cui soffia il vento) molto ampio, che dal tratto di mare antistante la costa algerina si estende fino al Canale di Sardegna ed il settore più occidentale del Tirreno meridionale, favorirà lo sviluppo di un moto ondoso molto consistente su tutti i bacini più meridionali e sui mari che circondano la Sardegna meridionale e la Sicilia. In particolare il Canale di Sardegna, il Canale di Sicilia, lo Ionio ed il Tirreno meridionale, già dalla serata diverranno molto agitati fino a grossi a largo, con onde di “mare vivo” che supereranno i 5,0 metri di altezza, ma con “Run Up” capaci di superare pure i 6,0 metri. Specie sull’alto Ionio e sul settore più occidentale del basso Tirreno a largo.
Articolo di: Daniele Ingemi
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