Tra Palermo e Corleone vi è un ampio territorio dove domina la vegetazione che un tempo ricopriva l’intera Sicilia: si tratta della Riserva Naturale Regionale Orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago, istituita il 26 luglio del 2000 per preservare le migliaia di specie vegetali che ne caratterizzano l’ambiente.
Il massiccio calcareo di Rocca Busambra domina la distesa di querce più vasta della Sicilia occidentale e vanta un’importante biodiversità.
Il territorio della riserva è costellato di corsi d’acqua, laghetti naturali, e gorghi: il più noto è il Gorgo del Drago di Godrano.
Dei variegati e verdeggianti boschi e della rigogliosa natura della Ficuzza si innamorò il Re delle Due Sicilie Ferdinando lll di Borbone, che ne fece una riserva di caccia e luogo di residenza estiva, facendo costruire alla fine del 700 la Casina Reale di Caccia, attorno alla quale si sviluppò successivamente il piccolo borgo di Ficuzza.
La Real Casina di Caccia è un grande esempio di architettura Borbonica in Sicilia, realizzata tra il 1802 e il 1807, sotto la direzione dell’architetto palermitano Giuseppe Venanzio Marvuglia.
Immersa nella natura, la Casina Reale cattura l’occhio dei visitatori, e si presenta come un elegante gioiello: l’edificio ha una pianta rettangolare, con un prospetto in stile neoclassico, sovrastato dalle sculture rappresentanti il Dio Pan, dio delle montagne e della vita agreste e la Dea Diana, dea della caccia e simbolo ricorrente nelle scene che abbelliscono le sale della tenuta.
Al centro del gruppo scultoreo campeggia lo stemma della famiglia borbonica.
Due grandi orologi sono presenti sulla facciata principale, alle due estremità dell’edificio; addentrandosi all’interno è invece possibile visitare i saloni di rappresentanza, la camera da letto del Re.
Interessante la scala reale, utilizzata esclusivamente dalla famiglia reale ed interdetta all’uso della servitù: i gradini sono in marmo rosso di Piana degli Albanesi, chiamato rosso di Montecitorio, poiché è lo stesso marmo impiegato dall’architetto palermitano Ernesto Basile nella costruzione di Montecitorio.
La scalinata è rimasta quasi completamente uguale a 200 anni fa, ed è sorprendente la lavorazione da definire quasi in 3D dei motivi presenti sui pianerottoli, ottenuta completamente a mano: un intreccio di linee e colori risalente a 20 anni fa e ancora attuale nella sua composizione.
La sala da pranzo situata ai piani superiori, è il luogo dove si svolgevano i pranzi e le cene del Re, momenti di convivialità per festeggiare il bottino di caccia e anche di pesca insieme ai suoi ospiti.
La camera da letto del Re ha mantenuto intatti gli antichi dipinti raffiguranti scene di caccia, i vari arredi sono chiaramente di opera recente.
Un curioso aneddoto è la presenza di un antico bidet collocato in una delle stanze dell’edificio, oggetto che la Regina possedeva in abbondanza alla Regia di Caserta, dove pare che ne avesse uno per ogni stanza; qui alla Casina Reale di Ficuzza la Sovrana ne portò uno con sé, che utilizzava tranquillamente all’esterno dell’edificio, riparandosi con i suoi lunghi ed ampi abiti da occhi indiscreti.
Della tenuta fa parte anche una chiesetta, in cui i Sovrani accedevano dall’interno per poter prendere parte alle celebrazioni: in questo luogo sacro il Re era solito pregare in raccoglimento e ascoltare la messa che veniva celebrata con oggetti sacri provenienti dalla Reggia di Caserta ed oggi esposti al Museo Diocesano di Monreale.
Anche l’altare è stato realizzato con lo stesso marmo rosso di cui è composta la scala reale.
Posta nei sotterranei dell’edificio vi è una neviera, una delle più rare e antiche di tutta la Sicilia, utilizzata per conservare al fresco i cibi e dove si diffuse l’usanza di servire quella che è di più simile a una granita: sembra infatti che il Re invitasse spesso a cena una sua amante, e che alla fine dei succulenti e corposi pasti che venivano loro serviti, era solito offrirle della neve grattugiata insaporita con del succo di limone.
E rimanendo in tema di prodotti alimentari, il Re fece arrivare dalla Campania i più abili maestri caseari che introdussero in Sicilia il famoso formaggio a pasta filata.
Sempre nei sotterranei è presente un antico carretto siciliano costruito a Partinico e firmato da Francesco Oliviero, tra fine 800 e inizio 900: un mezzo che ai tempi era adibito principalmente al trasporto, decorato con scene di battaglie e, in questo caso, abbellito alle estremità superiori da piccole facce di soldati saraceni.
Nella Real Casina vi è poi una stanza in cui sono custoditi i progetti originali dell’edificio, e che è possibile visionare.
Altre stanze ospitano una ricca sezione naturalistica, in cui trova spazio un dettagliato erbario, le fasi climatiche e la vegetazione della riserva, e una sezione di animali imbalsamati.
L’edificio è stato consegnato alla comunità dopo un sapiente restauro da parte delle aziende foreste demaniali della Regione Siciliana, che oggi la gestiscono egregiamente.
L’azienda forestale ha saputo coniugare antichità e presente, inserendo all’interno della Real Casina elementi che mettono in risalto la biodiversità della Riserva, la flora e la fauna che ne costituiscono il cuore vivo e pulsante; la storia si intreccia con la natura, diventando un tutt’uno.
Attraversando i corridoi della tenuta sembra quasi che le scene di vita dei Reali si materializzino davanti agli occhi dei visitatori, questo è possibile grazie anche alla dettagliata narrazione delle guide che con la loro preparazione e grande disponibilità, non tralasciano nulla, anzi, arricchiscono la presentazione della Real Casina con curiosi aneddoti circa le abitudini dei sovrani, che qui passavano molto del loro tempo a prendere parte sì a battute di caccia e sontuosi pranzi, ma anche a raccogliersi e riconciliarsi con sé stessi e con la natura circostante, che è essenza stessa della Real Casina.
Articolo e fotografie: Teresa Molinaro
©centrometeosicilia.it
Seguiteci su: https://www.facebook.com/centrometeosiciliano/
Canale Telegram:https://t.me/centrometeosicilia http://