Nonostante la situazione non sia catastrofica, come in qualche anno passato, nel corso del mese di luglio i ghiacci marini dell’Artico hanno cominciato a fondersi in maniera piuttosto repentina. Difatti, nel corso del mese di luglio, l’estensione del ghiaccio marino artico è stata in media di 8,22 milioni di chilometri quadrati (3,20 milioni di miglia quadrate). Parliamo di un valore di 1,25 milioni di chilometri quadrati (483.000 miglia quadrate) al di sotto dell’estensione media del ghiaccio marino a lungo termine dal 1981 al 2010 e 550.000 chilometri quadrati (212.000 miglia quadrate) sopra il minimo storico registrato nel luglio del 2012. Nonostante abbia concluso al nono posto nella media mensile, la perdita di ghiaccio è stata rapida durante il mese. Di conseguenza, entro il 31 luglio l’estensione giornaliera è risultata al quarto posto nella classifica della raccolta dei dati satellitari, appena al di sotto della misura registrata l’anno scorso in questo momento, e anche appena superiore a quella del 2007, del 2011 e del 2012. L’estensione è rimasta insolitamente bassa nel settore atlantico dell’Artico, compresi il mar di Barents, mar di Kara, mare di Laptev e e nel tratto ad est della Groenlandia. Mentre l’estensione del ghiaccio è rimasta su valori vicino alla media sul mare di Beaufort e sul mare della Siberia Orientale. Entro la fine di luglio, il ghiaccio all’interno della Baia di Hudson si era completamente sciolto e il bordo del ghiaccio nel mare di Chukchi si era anch’esso ritirato a nord della sua posizione media per questo periodo dell’anno.
Questo schema è in netto contrasto con l’anno scorso quando, alla fine di luglio, il bordo del ghiaccio si trovava molto a nord rispetto alla sua posizione abituale nel mare di Beaufort e nel mare della Siberia orientale. La perdita totale di ghiaccio nel mese di luglio è stata di 3,27 milioni di chilometri quadrati(1,26 milioni di miglia quadrate), ovvero una velocità di -105.400 chilometri quadrati (-41.000 miglia quadrate) al giorno. Questo è stato più veloce del tasso medio di ritiro medio a lungo termine, dal 1981 al 2010, per il mese di -86.800 chilometri quadrati (-34.000 miglia quadrate) al giorno. La ritirata di ghiaccio avvenne principalmente all’interno della Baia di Hudson e nei mari di Kara, Laptev e Chukchi, e in misura minore nella baia di Baffin, nel mare della Groenlandia orientale e nelle regioni costiere della Siberia orientale. Al contrario, il ghiaccio si espandeva leggermente in alcune parti del mare di Beaufort. Mentre nel mare di Beaufort si è avuto un piccolo cambiamento generale dell’estensione del ghiaccio, la concentrazione di ghiaccio è rimasta bassa su gran parte della regione, con vaste aree ormai completamente libere dal ghiaccio.
Queste aree di acque libere, presenti tra i banchi di ghiaccio, assorbono prontamente l’energia del sole, facilitando la fusione dei banchi di ghiaccio adiacenti. Tuttavia, sul mar Glaciale Artico, il sole comincia a farsi sempre più basso nel cielo rispetto a giugno, quindi questo effetto va a diminuire. Dal punto di vista sinottico, durante il mese di luglio, su buona parte del mar Glaciale Artico abbiamo avuto la persistenza di una circolazione depressionaria, legata all’attività del vortice polare troposferico, che fortunatamente ha contribuito a rallentare la perdita di ghiaccio estivo, specie lungo la parte centrale dell’Artico, dove le temperature dell’aria sono rimaste su valori negativi per un lungo periodo. Questa circolazione ciclonica a carattere freddo ha influenzato il tempo anche sulla Groenlandia. Tale circolazione depressionaria, a carattere freddo, andava a contrastare con gli imponenti anticicloni di blocco, alimentati dalla risalita di masse d’aria estremamente calde nei bassi strati, che stazionavano fra la Scandinavia, la Russia occidentale e la Siberia orientale, interessate da ondate di calore veramente “eccezionali”.
Per fortuna gli effetti diretti di queste “eccezionali” ondate di calore, che hanno investito in pieno la Scandinavia e la Siberia orientale, sono stati piuttosto marginali sul mar Glaciale Artico, grazie all’azione di questa profonda depressione extratropicale che impedito l’ingresso delle avvezioni calde fino alla zona artica. Difatti, le temperature dell’aria lungo la superficie isobarica di 925 hPa hanno presentato delle anomalie negative comprese fra i -0,5°C e i -4,0°C sul mare di Kara e mare di Laptev e da -0,5°C a -2,0°C sul mare di Beaufort, mentre picchi di -3,0°C sono stati osservati sul nord della Groenlandia. Anomalie nulle o di poco sopra la media sono state registrate durante lo scorso luglio nella parte centrale dell’Artico e sui restanti bacini che lo circondano. Prima di concludere occorre notare come in alcuni bacini, come ad esempio il mare di Beaufort, la concentrazione di ghiaccio ha fatto registrare una rapida diminuzione in sole due settimane. In pochi giorni il ghiaccio marino è riuscito a fondersi, aprendo così vasti canali di acque libere che rendono i banchi di ghiaccio circostanti molto più vulnerabili alla fusione. Questa rapida perdita di ghiaccio sta portando l’intero bacino ad essere completamente libero dai ghiacci.
Articolo di: Daniele Ingemi
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