L’intensa avvezione di aria calda, di origine sub-tropicale continentale, che nei giorni scorsi dai deserti della Libia è risalita verso il bacino centro-orientale del Mediterraneo e i Balcani ha prodotto una scaldata davvero “eccezionale” per il periodo, soprattutto fra Serbia, Bosnia Erzegovina e Ungheria, dove per la prima volta dall’inizio del 2019 è stato sfondato il muro dei +28°C +30°C. L’afflusso dell’aria calda e piuttosto secca dai quadranti meridionali ha sobbalzare i termometri fino a picchi di oltre i +30°C tra Serbia, Bosnia Erzegovina, Croazia e Ungheria, dove venerdì sono caduti diversi record di caldo per il mese di aprile. Su tutti spiccano i +31,7°C raggiunti a Valjevo, in Serbia, e i +31,3°C registrati sempre venerdì a Tuzla, in Bosnia Erzegovina, che stabiliscono i nuovi record di caldo assoluti per il mese di aprile. In Ungheria, invece, spiccano i +30,5°C stabiliti a Kecskemet, mentre il muro dei +30°C per la prima volta è stato sfondato pure in Albania, Polonia, Macedonia e Romania.
Notevolissimi pure i +29°C raggiunti in Slovacchia, dove il caldo è stato molto intenso per essere alla fine di aprile. I venti meridionali, provenienti direttamente dall’entroterra desertico libico, hanno portato un caldo veramente insolito fino alla Polonia e al sud della Scandinavia, dove i termometri hanno varcato la soglia dei +24°C +25°C, con un picco di ben +26°C raggiunto a Osby. L’alito caldo sub-tropicale si è avvertito fino alle Repubbliche Baltiche, dove nella giornata di ieri i termometri si sono spinti fino ad oltre +27°C +28°C, valori praticamente da piena estate. Addirittura in Lituania in una località si sarebbero raggiunti i +28,9°C. Si tratta di un valore davvero eccezionale che stabilisce il nuovo record di caldo mensile lituano per il mese di aprile, battendo di un decimo il precedente record di +28,8°C. Nonostante le altissime temperature di ieri, quasi da piena estate, resistono ancora i record di caldo mensile di aprile lettone ed estone, rispettivamente di +28,1°C e +27,6°C. Questo caldo del tutto anomalo per la stagione, in parte, è stato enfatizzato anche da una vasta area di “Subsidenze atmosferiche” (lente correnti discendenti) localizzata proprio lungo il ramo ascendente (quello occidentale) del promontorio anticiclonico dinamico.
L’afflusso di aria calda e molto secca nella media troposfera, che dall’entroterra desertico libico si spingeva fino alla Polonia e al mar Baltico, ha generato una significativa (per il periodo) “avvezione di spessore” che ha continuato ad alimentare la vasta figura anticiclonica sull’est Europa. Con il termine ”avvezione di spessore”nella meteorologia dinamica si intende l’avvezione di aria calda che dai bassi strati si espande alle quote superiori della troposfera, determinando un ulteriore incremento dei valori di geopotenziale in quota e producendo una estesa fascia di “Subsidenze atmosferiche” (lente correnti discendenti tipiche nei regimi anticiclonici) che mantengono i cieli limpidi e sgombri di nubi. Il notevole “forcing” esercitato alle quote superiori della troposfera dall’estesa avvezione calda è stato ulteriormente esacerbato dall’avvicinamento, dall’Atlantico orientale, di una estesa saccatura nord-oceanica. Quest’ultima ha avuto il merito di rinvigorire il caldo flusso pre-frontale, di tipo sub-tropicale continentale, sul bacino centro-orientale del Mediterraneo, attivando in quota un intenso flusso meridionale che presentava una traiettoria distesa fra la Libia, i Balcani, la regione carpatico-danubiana, fino alla Polonia e al mar Nero.
La formazione di un robusto promontorio anticiclonico di origine dinamica in quota, generato dall’intensa “avvezione di spessore” prodotta dalla sopra menzionata avvezione calda sub-tropicale continentale, ha avuto il merito non solo di far proseguire l’anomala ondata di calore su buona parte del comparto orientale del continente, ma anche di far innalzare verso le alte latitudini il ramo principale del “getto polare”, in corrispondenza della Scandinavia, ergendo un muro nei confronti dell’umido flusso zonale atlantico che si è trovato impossibilitato a proseguire la sua marcia verso l’Europa, arrestandosi al traverso delle Isole Britanniche, Francia, Spagna e Italia.
Articolo di: Daniele Ingemi
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