L’ondata di freddo che nelle ultime 48 ore ha colpito la Grecia e la Turchia, portando la neve fino al livello del mare su Istanbul e la Turchia settentrionale, è scivolata ulteriormente verso latitudini più meridionali, raggiungendo il mar di Levante e le coste dell’Asia minore.
Difatti una parte dell’aria fredda, scivolata nei giorni scorsi tra l’Egeo e la Turchia, con intensi venti da N-NO è riuscita a traboccare sul Mediterraneo orientale, piegando attorno le coste meridionali della Turchia, con sostenute, a tratti intense, correnti da O-SO e Ovest, che hanno raggiunto la Siria, il Libano, Israele e la Palestina. L’irruzione del blocco di aria fredda, dai quadranti occidentali, tramite il passaggio di un intenso fronte freddo, ha prodotto un drastico calo delle temperature e della quota neve tra Siria, Libano, Israele e sulle alture palestinesi. Il passaggio di questo fronte freddo ha causato un brusco peggioramento un po’ su tutte le coste dell’Asia minore, con piogge, rovesci e temporali che hanno interessato, a macchia di leopardo, la Siria, il Libano, Israele e la Palestina. A causa dell’afflusso di masse d’aria sempre più fredde, sia in quota che nei bassi strati, con un conseguente abbassamento della quota dello “zero termico” sotto i 900 metri, queste precipitazioni hanno assunto prevalente carattere nevoso fin dai 700-800 metri, arrivando ad imbiancare diverse città, fra cui Gerusalemme e le alture sopra Damasco, incluso l’aeroporto che è stato imbiancato.
Proprio nel corso della giornata di ieri, durante il passaggio del fronte freddo e il concomitante calo termico, una bella nevicata ha tinto di bianco la città di Gerusalemme, che ricordiamo è situata ad oltre 700 metri di altezza sopra il livello del mare. Certo, la neve a Gerusalemme non è così rara come si pensa. Difatti la si può vedere una volta ogni due inverni, anche se sono difficili eventi nevosi con accumuli particolarmente abbondanti. L’ultima vera grande nevicata, con accumuli davvero notevoli, che si è abbattuta su Gerusalemme risale alla grande invernata del 1992, quando sulla città cadde più di 1 metro di neve fresca. Quello fu davvero un evento straordinario che paralizzo la città santa delle due grandi religioni monoteiste (Ebraismo e Cristianesimo), terza d’importanza per l’Islam, provocando innumerevoli disagi per svariati giorni. Ma nel 1992 anche nella più asciutta Damasco caddero fino a 20-25 cm di neve fresca, mentre la capitale giordana Amman fu letteralmente sommersa, con veri e propri muri di neve.
Come vediamo la neve non è così rara, ma spesso bisogna aspettare diversi anni per rivedere le configurazioni bariche che causano fenomeni nevosi rilevanti. Ogni volta che nevica Gerusalemme si trasforma in una sorta di grande presepio all’aperto, regalando degli scenari davvero unici e suggestivi, nonostante i disagi patiti dagli abitanti. La neve di ieri, che è stata accompagnata da sostenuti venti occidentali provenienti dal mar di Levante, ha anche comportato la chiusura anticipata delle scuole e la sospensione temporanea dei servizi pubblici di trasporto. Ma nevicate ben più abbondanti hanno ammantato di bianco i monti fra Siria, Libano e Israele, interessati da insistenti precipitazioni. In modo particolare le aree montuose interne, fra le città di Hama, Homs e Aleppo, dove il freddo molto intenso sta creando pesanti disagi ad una popolazione già duramente stremata da anni di guerra civile. Tanta neve fresca è caduta pure sui monti del Libano e dell’Antilibano, con accumuli di oltre i 20-30 cm.
Anche i rilievi della Giordania occidentale sono stati coperti, grazie alle umide correnti occidentali che hanno saputo dispensare precipitazioni abbondanti, esacerbate dallo “stau” e dal considerevole “forcing” orografico da queste montagne. Neve destinata a sciogliersi, ma in modo graduale, solo nei prossimi giorni, allorquando aria più mite, proveniente da Ovest, farà innalzare i valori termici e la quota dello “zero termico” fra la Turchia e le coste dell’Asia minore. Solo sui monti di Siria, Libano, Israele e Giordania settentrionale la neve, visto gli accumuli più consistenti, resisterà per svariati giorni.
L’aria fredda scivolata sulla Turchia raggiunge l’Asia Minore, la neve imbianca Gerusalemme
Articolo di: Daniele Ingemi
©centrometeosicilia.it
Seguiteci su: https://www.facebook.com/centrometeosiciliano/
Canale Telegram: https://t.me/centrometeosicilia