La Sicilia offre paesaggi che la elevano, soprattutto a livello turistico, tra le mete maggiormente gettonate. Tra i punti maggiormente ricchi di bellezze naturalistiche spicca, tra il maestoso vulcano Etna e la zona più meridionale della città di Catania, la Riserva Naturale Orientata “Oasi del Simeto”.
Estesa per circa 2000 ettari, l’area naturalistica sopra menzionata, è una delle zone maggiormente interessanti, soprattutto per il paesaggio che offre, ma anche per la sua fauna, molto ampia: è tappa fissa, infatti, di numerosi uccelli migratori e soprattutto sede privilegiata per la Caretta caretta, una tartaruga tipica del Mar Mediterraneo.
La nascita di questa oasi è da attribuire prevalentemente alla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), soprattutto nella figura della sua rappresentante, la signora Wendy Hannessy Mazza, che nei primi anni Settanta, insieme ad altre associazioni ambientalistiche, vinsero la loro battaglia personale eliminando l’abusivismo dalla zona proteggendo così flora e fauna dell’area in questione. Solo nel 1984 viene istituita la Riserva Naturale Orientata dell’Oasi del Simeto e qualche anno dopo arriva la demolizione di ben 54 abitazioni abusive.
Molta ricca la flora della Riserva, si possono trovare infatti tamerici e salicornieti, una fitta vegetazione che cresce lungo i litorali sabbiosi e le dune. Lungo la sponda destra de fiume Simeto, invece, si possono trovare dei boschetti di pini e di eucalipti. Anche la fauna gioca un ruolo importante: oltre alla tartaruga sopracitata, fitta è la presenza di volatili: cormorani, falchi e pettegole tra quelli maggiormente presenti.
Oggi la zona si presenta molto più vicina all’idea di una vasta area ricca di natura: le costruzioni edilizie, seppur ancora attive, sono diminuite notevolmente. È chiaro che, una decisa controtendenza favorevole a una preserva dell’area, figlia di una maggiore disciplina rigorosa, potrebbe ulteriormente valorizzare quest’area, che diventerebbe un volano per il turismo dell’area metropolitana della città etnea.
Articolo di: Davide Villaggio
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