Dura pochi millisecondi ed ha impulsi radio transitori: è il lampo radio veloce ( Fast Radio Burst), un fenomeno astrofisico di alta energia, molto luminoso nella banda radio, proveniente da regioni del cielo esterne alla nostra galassia, e solitamente non ha una cadenza ciclica. Questo è ciò che sapevamo fino a pochi giorni fa.
Le conoscenze riguardo a questo fenomeno sono complesse e ancora molto incerte; sappiamo che i lampi radio veloci sono stati osservati per la prima volta nel 2007, e da allora se ne contano circa 100. Ma ciò che emerso da uno studio derivante dalla scoperta di uno dei fenomeni in questione, individuato nel 2018 e localizzato nel 2019, è veramente singolare.
Lo studio è stato pubblicato in seguito al lavoro dei ricercatori della collaborazione CHIME/FRB, che hanno scandagliato i dati raccolti nel corso di 400 osservazioni realizzate con il radiotelescopio Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment, in Canada. Ciò che ne è emerso è che il segnale, denominato FRB 180916.J0158+65, si ripete periodicamente ogni 16,35 giorni circa; nello specifico il segnale appariva ogni ora per quattro giorni consecutivi e poi cessava per ripetersi nuovamente dopo circa 12 giorni.
Il mistero sta proprio in tale periodicità del segnale, di cui si ipotizzano varie cause.
“Concludiamo che questa è la prima periodicità rilevata di qualsiasi tipo in una fonte FRB. La scoperta di una periodicità di 16,35 giorni in una fonte FRB ripetuta è un indizio importante sulla natura di questo oggetto”; scrivono così i ricercatori del team che ha condotto lo studio sul fenomeno, nel documento pubblicato sul server di prestampa airVix.
Il segnale FRB sembra provenire da una galassia a spirale situata a 500 milioni di anni luce da noi, che secondo gli astrofisici risulta essere povera di metalli e di campi magnetici; ma resta ignoto il vero motivo per cui abbia tale periodicità: l’ipotesi principale colloca la ripetizione ciclica del fenomeno come prodotto di un oggetto celeste non meglio identificato, che orbita attorno ad un altro corpo.
Ciò spiegherebbe l’assenza di segnale per un determinato intervallo di tempo, che potrebbe corrispondere alla fase in cui la sorgente è nascosta rispetto al nostro punto di osservazione terrestre.
Altre teorie ipotizzano che la sorgente del segnale possa orbitare attorno ad un oggetto molto massiccio, come ad esempio un buco nero, che ne potrebbe eclissare l’emissione proprio in base al periodo orbitale.
La fonte potrebbe essere anche una stella di neutroni che ruota in un sistema binario attorno ad un altro corpo massiccio. Insomma, le ipotesi sono diverse, e gli studi da fare ancora molti per comprendere le vere origini e le cause di questo tanto incompreso quanto misterioso ed affascinante fenomeno.
Articolo di: Teresa Molinaro
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