Da giorni ormai si parla di una possibile fase di eccezionale maltempo sulla Sicilia causata da un violento ciclone mediterraneo che potrebbe assumere caratteristiche simil-tropicali. Cerchiamo di capire cosa c’è di vero e quali sono i rischi di tale potenziale ondata di forte maltempo.
La macchina meteo-climatica si è già messa in moto, puntando infatti la nostra lente sul nord-Europa e precisamente sul Regno Unito, scorgiamo una imponente saccatura ricolma di aria artico-marittima.
Tale saccatura punterà, nella giornata odierna, la Francia per poi sprofondare domenica sul Mediterraneo occidentale, puntando le Baleari.
A contatto con le acque ancora relativamente “calde” del Mediterraneo, tale saccatura darà rapidamente origine ad un minimo al suolo intorno al quale si scaverà una profonda depressione che colpirà la Sardegna con rovesci e temporali particolarmente intensi.
Nella giornata di lunedì ecco che la situazione tenderà a complicarsi; tale struttura a tutte le quote diverrà particolarmente asimmetrica, infatti mentre la depressione seguiterà a flagellare il settore tirrenico dell’Italia e la Sardegna, il minimo in quota tenderà invece a sprofondare verso l’Algeria e la Tunisia, andando a richiamare imponenti masse d’aria più calde e particolarmente umide.
Tali masse d’aria non faranno altro che fornire un enorme serbatoio di energia alla struttura depressionaria preesistente che andrà in un primo momento rinvigorendosi, per poi assistere alla formazione di un nuovo e ancora più profondo minimo depressionario al suolo che dal nord-Africa punterà proprio la Sicilia col suo carico di piogge a tratti alluvionali.
La presenza del jet streak (zona di velocità massima del jet stream) in seno alla corrente a getto che “accompagnerà” l’intero asse di saccatura, che transiterebbe sull’est Sicilia. creerebbe le condizioni per violenti venti meridionali che potranno risultare tempestosi specie nella giornata di martedì sulla costa tirrenica e ionica.
Per stabilire l’eventuale evoluzione di tale sistema a struttura barotropica e quindi a MEDICANE, sarà determinante l’energia fornita dal richiamo delle correnti caldo-umide sopracitate e quindi capire quanto a sud riuscirà a sprofondare l’intero impianto barico.
I modelli allo stato attuale mostrano, come è di consueto, parecchia incertezza, tuttavia le probabilità di tale evoluzione superano al momento il 50%, di conseguenza scioglieremo la riserva nel nostro prossimo editoriale d’approfondimento.
Articolo di: Stefano Albanese
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