Agosto è stato un mese caratterizzato da piogge molto frequenti e localmente molto superiori alle medie, anche se per lo più a carattere sparso, con una distribuzione territoriale fortemente disomogenea. Le fasce costiere sono state quasi del tutto ignorate dai fenomeni, con la sola eccezione del Messinese, interessato in parte non solo da fenomeni ad evoluzione diurna ma anche da una significativa circolazione depressionaria.
L’impatto di queste piogge è stato localmente significativo per superare la cosiddetta siccità agronomica, per ripristinare cioè le riserve idriche dei suoli e fornire sollievo specie alla vegetazione spontanea e alle colture arboree, pur senza rimediare ai danni prodotti al deficit idrico precedente.
Per ciò che riguarda invece la siccità idrologica, che si caratterizza per la scarsità di riserve idriche superficiali e sotterranee, gli apporti delle piogge non sono stati sufficienti a modificare significativamente la situazione, come del resto ben espresso anche dagli indici SPI a medio-lungo termine. Il deficit di precipitazioni accumulato a partire da luglio 2023 risulta ancora elevatissimo e richiederà piogge molto abbondanti nel periodo autunnale e anche in seguito per essere colmato e per permettere la ricostituzione delle riserve idriche superficiali e sotterranee.
Esaminando il dettaglio:
– l’indice SPI a 3 mesi mostra variazioni notevoli legate sia alle piogge di agosto sia all’uscita del piovoso mese di maggio dalla finestra di osservazione; in buona parte della provincia di Siracusa compare una marcata siccità a breve termine, che arriva a risultare estrema (SPI inferiore a -2) nell’entroterra di Siracusa; altrove prevalgono le aree con assenza di siccità a breve termine, con surplus nell’entroterra di Sciacca (AG) e su parte del Messinese tirrenico;
– gli indici SPI a 6 mesi vedono invece un’accentuazione della siccità sul settore ionico, specie sul versante meridionale dell’Etna e nel Siracusano, dove risultano ampie aree classificate in stato di siccità moderata (SPI compreso tra -1 e -1,5) e severa (SPI compreso tra -1,5 e -2);
– l’indice SPI a 12 mesi mostra invece una distribuzione quasi identica a quella del mese precedente, anche se con una lieve attenuazione degli indici su buona parte del territorio; risultano di nuovo solo piccole aree classificate in assenza di siccità; si riducono lievemente le aree in stato di siccità severa ed estrema, che continuano ad interessare almeno in parte tutte le province;
– l’indice SPI a 24 mesi evidenzia un aggravamento della siccità a lungo termine specie sulla fascia ionica, mentre altrove non cambiano significativamente gli indici che in alcune aree interne continuano a segnalare siccità moderata o severa;
– l’indice SPI a 48 mesi continua a rappresentare una situazione variegata, dove pesano localmente gli accumuli pluviometrici di eventi ormai lontani nel tempo, di cui i corpi idrici superficiali e sotterranei sembrano non mantenere più alcuna impronta.