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SICCITÀ: l’unico invaso naturale della Sicilia ridotto a una pozzanghera, muore un lago millenario fra storia e mito
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SICCITÀ: l’unico invaso naturale della Sicilia ridotto a una pozzanghera, muore un lago millenario fra storia e mito

Il Lago di Pergusa, considerato il più prestigioso e significativo della Sicilia, rischia di scomparire. Le immagini che vedete sono devastanti, mostrando un lago quasi completamente prosciugato, ridotto a una pozzanghera.

La terribile siccità che affligge l’isola ha colpito duramente questo lago, importante sia dal punto di vista culturale che ambientale. Situato vicino a Enna, il Lago di Pergusa è stato celebrato da Ovidio nelle “Metamorfosi” e da Claudiano ne “Il ratto di Proserpina”, descritto come un luogo incantato con acque limpide e foreste ombrose. Secondo la mitologia greca, sulle sue sponde sono nate le quattro stagioni.

Attualmente, dopo mesi di agonia e una settimana di insopportabili miasmi, il lago è quasi completamente svanito, lasciando solo una chiazza di fango umido che si asciuga sotto il sole cocente dell’estate.

Legambiente Sicilia accusa la gravissima crisi climatica, ma anche l’inerzia e la mancanza di intervento da parte delle autorità competenti. Il lago, proprietà della Regione Siciliana, e la Riserva Naturale del Lago di Pergusa, gestita dall’ex Provincia Regionale di Enna (ora Libero Consorzio), sono sotto la responsabilità dell’amministrazione regionale.

Il Lago di Pergusa è un’importante tappa per molte specie di uccelli migratori durante il loro viaggio dall’Africa all’Europa. È un tesoro di biodiversità, parte integrante del mito siciliano, e un luogo fondamentale per le attività ricreative degli abitanti locali.

Giuseppe Maria Amato di Legambiente Sicilia afferma: «Avevamo previsto che il lago sarebbe scomparso entro luglio, ma è successo prima, con il solstizio d’estate. Da anni chiediamo il ripristino del sistema di monitoraggio ambientale e la pulizia dei canali che portano l’acqua al lago».


Le operazioni di pulizia sono state eseguite solo parzialmente e in modo disorganizzato, con accumuli di detriti che bloccano il flusso dell’acqua. «Se il tavolo di lavoro fosse rimasto attivo – continua Amato – avremmo dati aggiornati sulla falda acquifera e avremmo potuto valutare l’introduzione di acque extra bacino in futuro. La Regione non ha riconosciuto l’importanza di questo patrimonio di biodiversità e cultura, condannando il Lago di Pergusa a un’agonia lenta».

 

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