A seguito della forte scossa di terremoto, di 6.8 Richter, che la notte scorsa si è verificata sullo Ionio greco, nel tratto di mare ad ovest del Peloponneso, il Centro Allerta Tsunami dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in soli 8 minuti dal sisma, ha comunicato al Dipartimento della Protezione Civile un’allerta tsunami di livello arancione (advisory) per le regioni Puglia e Calabria, che corrisponde ad un’onda attesa inferiore a un metro sulla costa e inferiore a mezzo metro al largo. L’allerta è stata inviata anche alle istituzioni di riferimento nei paesi del Mediterraneo. Per le coste greche più vicine all’epicentro è stata emessa un’allerta rossa (watch). L’allerta arancione è stata subito diramata dal Dipartimento della Protezione Civile, che coordina il Sistema d’Allertamento nazionale per i Maremoti generati da sisma (SiAM), perché il terremoto di magnitudo 6.8 è avvenuto a una distanza maggiore di 100 km dalle coste italiane. Ciò significa che ci si attendeva un fenomeno relativamente piccolo, ma potenzialmente pericoloso per tutti coloro che si fossero trovati nei porti o sulle spiagge. L’allerta è stata confermata dopo l’arrivo dell’onda al mareografo di Kyparissia (Peloponneso) dopo 26 minuti. Le onde di tsunami sono state in seguito osservate, 56 minuti dopo il terremoto, al mareografo di Le Castella, in provincia di Crotone, raggiungendo l’ampiezza di circa 6 cm rispetto al livello medio del mare e di 9 cm al mareografo di Crotone nei minuti successivi.
Sebbene queste altezze possano far pensare a un evento poco significativo, bisogna ricordare che le onde di tsunami, anche piccolissime, possono essere comunque rischiose per le persone, poiché arrivano sulle coste a una velocità elevata, generando forti correnti. Inoltre, si possono generare localmente effetti di amplificazione ancora più pericolosi. Diversi testimoni, come riportato dalle agenzie di stampa e dalle cronache locali, hanno osservato un aumento del livello del mare di circa mezzo metro in alcune località del Salento, nel litorale tra Capo di Leuca e Otranto. L’allerta è stata revocata con il messaggio di fine evento, emesso alle 06:48, dopo aver verificato che le variazioni del livello del mare osservate sui mareografi fossero nuovamente confrontabili con i livelli precedenti all’evento. L’epicentro del terremoto si trova in una zona di transizione tra due strutture geologiche caratterizzate da una forte sismicità storica (Arco Ellenico a sud e sistema di faglie Cefalonia – Lefkada a nord). In passato, a seguito di forti terremoti si sono verificati diversi tsunami come quello del 365 d.C., originatosi al largo di Creta, che ha distrutto la città di Alessandria d’Egitto provocando migliaia di morti in tutto il Mediterraneo. Più recentemente, nel novembre del 2015, si è verificato un terremoto di 6.5 Richter, nei pressi dell’Isola di Lefkada, che ha generato un piccolo tsunami locale.
Articolo di: Daniele Ingemi
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