Il mese di maggio si è aperto proprio come si è chiuso aprile, con una grande dinamicità atmosferica, conforme per il periodo di transizione fra la stagione fredda e quella calda. Questa instabilità è frutto del continuo passaggio di sistemi frontali e annesse circolazioni depressionarie, di origine atlantica, inframmezzate da brevi fasi di tempo più stabile e soleggiato, indotte dal transito di promontori anticiclonici interciclonici, in evoluzione verso levante. Il transito di queste circolazioni depressionarie, che giunte sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo tendono a chiudersi e ad isolarsi dal flusso perturbato principale, che scorre a gran velocità sopra i 50°- 60° di latitudine nord, ha dato origine a fasi di maltempo, a tratti anche molto intense, che hanno interessato da vicino le regioni settentrionali e buona parte di quelle centrali, a suon di piogge, rovesci e manifestazioni temporalesche, anche di moderata e forte intensità, accompagnate persino da occasionali fenomeni vorticosi (come quelli che in settimana hanno investito il modenese) e grandinate.
In tale contesto con figurativo le regioni meridionali e le isole maggiori sono state interessate solo di striscio da queste ondate di maltempo, con fasi soleggiate più lunghe rispetto alle regioni settentrionali, che sono state guastate da brevi e significativi peggioramenti, contraddistinti da eventi di stampo temporalesco lungo le coste adriatiche e le aree montuose interne dell’Appennino, dove grazie al maggior apporto di calore dell’insolazione diurna che ha acuito il “grandiente termico verticale”, sono tornati di scena pure i primi temporali “termoconvettivi”. Questo quadro meteo/climatico cosi avverso e ostile dovrebbe proseguire anche nei prossimi giorni su buona parte del territorio nazionale, con l’arrivo di nuove piogge e fenomeni temporaleschi, anche di forte intensità. La seconda decade di maggio dovrebbe essere dominata dall’afflusso di fresche correnti nord-orientali, o settentrionali, che all’inizio della settimana innescheranno ancora condizioni d’instabilità, con lo sviluppo di temporali sulle aree montuose interne della dorsale appenninica, ed in forma minore pure sulle aree montane e pedemontane di Alpi e Prealpi. Una nuova significativa ondata di maltempo dovrebbe coinvolgere l’Italia proprio durante il prossimo fine settimana, a seguito del passaggio di un sistema frontale, seguito dall’afflusso di aria particolarmente fredda, d’estrazione polare marittima, nella media troposfera, che contribuirà ad intensificare il “gradiente termico verticale”, con un conseguente sviluppo di temporali. Inoltre, sempre durante il prossimo weekend, l’evoluzione verso levante di questo sistema frontale a carattere freddo favorirà l’intrusione sulle nostre regioni, di fresche correnti dai quadranti settentrionali che apporteranno delle fasi d’instabilità e un nuovo calo delle temperature, con lo scoppio di diffusi temporali di calore (“termoconvettivi”) nelle ore più calde del giorno lungo i rilievi interni. Per un po’ di stabilità, probabilmente, bisognerà attendere ancora, almeno fino alla terza decade di maggio.
La terza decade di maggio potrebbe essere dominata da condizioni di tempo più stabile e soleggiato, un po’ su tutto il territorio nazionale, a causa del progressivo aumento della pressione barometrica e dei valori di geopotenziale in quota sul bacino centrale del mar Mediterraneo, per merito di una lenta risalita verso nord (latitudini più settentrionali) della “Cella di Hadley” presente sul Sahara occidentale. I promontori anticiclonici sub-tropicali, sia di matrice oceanica che nord-africana, distenderanno i loro assi principali in direzione della Spagna, della Francia e del mar del Nord. L’Italia, di conseguenza, si troverà lungo i margini più orientali di queste strutture anticicloniche, venendo così investita da una ventilazione settentrionale o a tratti nord-orientale, prevalentemente debole o moderata (salvo locali rinforzi per inasprimento temporaneo del “gradiente barico orizzontale” fra il Mediterraneo centrale e i vicini Balcani e la Grecia), che potrà innescare situazioni di significativa instabilità convettiva, in particolare lungo le regioni adriatiche e i rilievi appenninici, dove nelle ore centrali del giorno si potranno scatenare dei brevi rovesci o temporali. Quello che sembra scongiurato, almeno per il mese di maggio, riguarda il possibile avvento di ondate di calore particolarmente intense che potranno apportare scaldate molto rilevanti, nonostante la presenza sul Sahara di masse d’aria molto roventi che cominceranno a depositarsi fra l’entroterra desertico marocchino, algerino e libico.
I venti dai quadranti settentrionali che domineranno sul Mediterraneo centrale impediranno l’arrivo di rimonte calde ben strutturate dall’entroterra desertico algerino e tunisino. Ma non bisogna cantare vittoria, poiché, con l’arrivo di giugno basterebbe una semplice manovra barica, come l’affondo di una saccatura ben collaudata nell’alta troposfera sulla penisola Iberica o l’Atlantico portoghese, per riuscire a sospingere una parte di questa enorme bolla d’aria calda, in fase di isolamento sopra il deserto libico e algerino, sul bacino del Mediterraneo e l’Italia, sfornando una intensa onda mobile di calore diretta alle nostre latitudini.
Un maggio particolarmente fresco e instabile, possibile svolta nella terza decade?
Articolo di: Daniele Ingemi
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